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PROVACI ANCORA, MISTER

Il Villa York supera in scioltezza la Libertas EUR

Il suono della sveglia non lo sorprende più di tanto: da ore era già sveglio, pensando e ripensando alla formazione da schierare nella partita di oggi. L'esito di una notte insonne, passata a riflettere sui pochi giocatori disponibili, sulle limitate soluzioni di gioco, sulle scelte obbligate, o scontate, a voi il giudizio, lascia segni indelebili sul volto scavato di Mister Novelli. Un caffè, ecco quello che ci vuole in questa fredda mattina d'aprile, dove il cielo blu è attraversato dai primi lampi di luce di una giornata che potrebbe risultare interminabile. La caffettiera sul fornello inizia a crepitare, sale rapidamente la schiuma color nocciuola, è il momento di versare. La tazzina bianca, fredda, distaccata, si fa bollente; l'odore avvolgente del caffè si diffonde al di là della cucina, nel soggiorno, fino in camera da letto. Adesso è veramente mattina, anche se il bisogno di dormire, di spegnere, di allontanare si fa sempre più evidente; allora ecco che il divano si affaccia prepotentemente sulla scena, e tra i cuscini improvvisamente così compiacenti si continua a riflettere, insieme al primo sguardo della giornata al telefono. La fronte di Mister Novelli si fa improvvisamente scura: il messaggio che anche Belardi sarà assente oggi, lo fa sprofondare ancor più nello sconforto. Intanto la luce invade la stanza, fresca e tagliente come una novità, calda e avvolgente come una sicurezza. Ci sarebbe da scrivere, da messaggiare, da sentire che aria tira, ma il pollice indugia, frena lo slancio letterario perché c'è altro per la testa. Frettolosamente, senza guardare, allunga la mano sinistra nel porta riviste e, frugando tra vecchi giornali, trova qualche foglio di carta, A questo punto servirebbe una penna o una matita, ma dove saranno? Nell'era dell'informatica trovare qualcosa con cui scrivere a mano è ormai un’impresa, quindi si alza, comincia a rovistare nei cassetti, in soggiorno, in cucina, ma dove? Ricorda vagamente di averne vista una poco tempo fa, si accanisce nella ricerca ed alla fine si accontenta di trovare una vecchia matita mezza spuntata, ma ancora in grado di assolvere al proprio incarico. Inizia a scrivere: Leoni, Angelini, Scisciola, De Gregorio. Si ferma, riflette, pensa, immagina, prosegue: Mattogno, Lerario, Follin. Si ferma di nuovo, la matita inizia a roteare nervosamente tra le dita. Cancella tutto e ricomincia, dopo tutto siamo ai playout, perché non rischiare qualcosa, non sperimentare? La mente viaggia lontano, si aprono scenari impensabili fino a qualche settimana fa, che ora improvvisamente appaiono mostruosamente reali. La mano ora corre veloce, ha preso fiducia, è decisamente più sciolta. Leoni, Angelini, Scisciola, poi di seguito, scrive: De Gregorio, Lerario, Bosco, Musto. Perché no, in fondo c'è esperienza e velocità, tecnica e fisico. No, non ancora, forse troppo. Si alza, con uno scatto si porta verso la finestra, guarda fuori. Con lo sguardo inizia a cogliere i particolari: un albero cosparso di piccoli fiori bianchi, ieri non erano così tanti; un gatto attraversa il cortile, bianco, macchiato nero, ha un rigonfiamento sopra la zampa anteriore destra; la persiana della finestra di fronte, aperta a metà, di solito è sempre completamente chiusa. Torna lentamente sul divano, si siede, riprende i fogli e la matita. Di nuovo, ricomincia da dove era rimasto: Leoni, Angelini, Scisciola, poi di seguito: Lerario, Magni, Ciccone, Caldari. Non male anche questa: qualità e quantità, sostanza e fantasia. Forse troppa, troppa imprevedibilità, troppo estro, troppo innovativa. Te la senti di rischiare? "Vorrei ma non posso" sembra dire con lo sguardo Mister Novelli, guardando il foglio con tutti quei nomi scritti e poi cancellati. Ma ci sarà pure una formazione verosimile per oggi! Improvvisamente, un pensiero, un lampo nella sua mente: "Il caffè!". La tazzina abbandonata sul tavolo in cucina, non è più così affascinante come quando era bollente e meriterebbe almeno un cucchiaino di zucchero, per riacquistare un pò di appeal. Va bene così, tiepido e amaro, più intenso, spinge più a fondo il sapore pungente del risveglio. Il foglio di carta è sempre lì che attende nervosamente una risposta, la soluzione potrebbe essere a portata di mano, se solo lo volesse. Non smette neanche per un attimo di pensarci, anche perché la stagione non è ancora finita, c'è in ballo il rinnovo del contratto, comunque una classifica da onorare, troppi fattori ancora in gioco. Eppure potrebbe essere la vera svolta, qualcosa che lascia il segno per sempre, come quando qualcuno provò il salto in alto di schiena invece che di pancia e da lì tutto cambiò. La mano di Mister Novelli inizia a tremare, nel silenzio della casa, il battito del cuore sembra risuonare come se fosse un tamburo nelle sue orecchie, l'adrenalina sale. La matita comincia a scorrere nell'ultimo spazio rimasto libero sul foglio di carta, quello decisivo, determinante: Leoni, Ciccone, Musto, Bosco, Lerario, Magni, Caldari. Questo il Villa York della svolta. Sarà questa la formazione che rivoluzionerà la pallanuoto moderna. Nulla sarà più come prima. Soddisfatto, Mister Novelli sta per piegare il foglio in quattro per metterlo in tasca e prepararsi ad uscire, quando improvvisamente un sussulto, un pensiero improvviso lo riporta alla realtà. E se fosse troppo? La pallanuoto contemporanea è veramente pronta per tutto questo? Non è che schierare contemporaneamente Magni, Ciccone e Caldari, potrebbe veramente segnare un punto di non ritorno e mettere seriamente in pericolo l'esistenza stessa di questo sport? La paura sta prendendo il sopravvento, lo smarrimento di fronte all'ignoto, il terrore all'idea dell'incognito. Davanti a sé improvvisamente si materializza l'orizzonte di un buco nero supermassiccio in grado di inghiottire tutte le nostre conoscenze, le certezze, le sicurezze fin qui acquisite. "Non posso - pensa Mister Novelli - no, non posso farlo". Le mani tra i capelli, lo sguardo fisso nel vuoto, una decisione da prendere. Non ci pensa due volte, prende il foglio di carta, lo strappa in mille pezzettini e poi lo mastica, lo mangia, lo deglutisce. Si rende subito conto che questa cosa è veramente troppo grande per lui, non se la sente di mettere in pericolo l'intero genere umano. "Questa formazione - pensa tra sé e sé - non dovrà mai uscire fuori, in nessun modo". Prese le chiavi della macchina, esce frettolosamente da casa, alla volta della Piscina Comunale di Tivoli, dove un'altra giornata memorabile lo attende con i colori del suo Villa York. Nel cortile, il gatto è sdraiato su un muretto e lo guarda sfilare veloce, l'albero ha perso qualche fiore bianco, la finestra di fronte è di nuovo chiusa.

Tivoli, ore 15.00. Un Villa York fortemente rimaneggiato si appresta ad affrontare la Libertas EUR per iniziare la corsa al sempre più ambito 9° posto in classifica. Dopo una mattinata travagliata, finalmente Mister Novelli ha sciolto le riserve e propone per iniziare, i sette titolari senza particolari stravolgimenti: Leoni, Angelini, Scisciola, De Gregorio, Mattogno, Lerario, Follin, mentre in panchina, a scalpitare, siedono: Bosco, Magni, Musto, Caldari, Ciccone. Al fischio d’inizio i gialloverde cercano subito di impostare la manovra, affidandosi alle cure di Angelini che in tandem con Scisciola cercano di far arrivare palla a Mattogno, che a centroboa tenta di non far rimpiangere Anticoli. In difesa, De Gregorio si posiziona in marcatura, con Follin e Lerario a chiudere la gabbia sul centrale. La partita inizia con un buon ritmo da entrambe le parti: Villa York manovriero, studiato, impostato, mentre Libertas più attenta alle ripartenze ed all’iniziativa personale. Ci prova prima Scisciola dalla sinistra, poi Mattogno, con la sua specialità, la rovesciata sulla traversa, ma di realizzazioni ancora neanche l’ombra. Gli avversari nel frattempo prendono confidenza con la nostra difesa: De Gregorio cancella praticamente il centroboa dalla cronaca della partita, mentre tutti gli altri chiudono ogni varco possibile in difesa. La gara si accende quando Mattogno conquista un rigore, che Follin realizza di precisione: 1-0. A questo punto il ritmo si alza: la Libertas inizia a premere ed a bersagliare la nostra porta con tiri dalla distanza ed i gialloverde cominciano a pensare seriamente alla controfuga. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, palla da Angelini a Scisciola, che senza guardare, gira centralmente in porta per la rete del 2-0. Mister Novelli in panchina sembra soddisfatto delle sue scelte: il risultato favorevole gli garantisce una certa tranquillità, fin quando, sullo scadere del tempo, un alzo e tiro dalla sinistra si trasforma in una palla indecifrabile che si insacca alle spalle di Leoni: 2-1. Mancano 15 secondi alla fine del tempo: lancio lungo di Leoni per De Gregorio che da posizione centrale lascia partire un bolide che si insacca sotto l’incrocio: 3-1. Al primo intervallo, Mister Novelli passa dall’ottimismo allo scetticismo: per il volume di gioco espresso dovremmo essere già sul 5-0, invece siamo ancora su un incerto 3-1. Partono i primi cambi: dentro Musto e Bosco, per maggiore fisicità in mezzo al campo e più esperienza sugli esterni. Nel secondo quarto il ritmo è sempre decisamente alto: Villa York in pressione alla ricerca del centroboa, che resta però sistematicamente invischiato nelle maglie difensive avversarie. Allora le conclusioni devono passare da Angelini, Scisciola e De Gregorio, che però non riescono ad inquadrare il bersaglio giusto. In difesa, anche se con qualche affanno di troppo, la situazione è sempre sotto controllo ed il pressing invocato dalla panchina sta dando decisamente i suoi frutti. Ma non basta, perché la Libertas si fa sempre più pericolosa ed con una palla atterrata a centroboa, l’attaccante riesce a girarsi e segnare la rete del 3-2 che tiene gli avversari ancora incollati al risultato.  Mister Novelli in panchina comincia a scaldarsi: urla ai suoi di non disunirsi, di non perdersi in attacco, di essere concentrati, concreti, determinati. Sarebbe come dire ad un criceto di iscriversi all’università. Ciononostante i gialloverde le provano veramente tutte per segnare, ed alla fine Angelini trova un bel corridoio in diagonale per il 4-2. A breve distanza una discesa sulla sinistra di Scisciola si finalizza con uno scambio sotto porta e la conclusione a rete per il 5-2. La partita sembra decisamente in discesa, fino a pochi secondi dal fischio dell’arbitro, quando un tiro dalla distanza che sembrava innocuo, trova una deviazione sotto porta che cambia completamente traiettoria spiazzando la difesa: 5-3. Al cambio campo Mister Novelli sfoga tutta la sua frustrazione per un risultato che non lo soddisfa affatto e pone le sue condizioni: se finiamo con più di 5 reti prese e meno di 10 fatte, siamo delle merde. Evidentemente la terapia d’urto funziona: nel terzo tempo, anche grazie a qualche cambio tattico, il Villa York si impadronisce del gioco e grazie alle realizzazioni di Mattogno e Follin, fissa il risultato sul 7-3. Nell’ultimo quarto, Mister Novelli finalmente prende coraggio e schiera prima timidamente Magni e Caldari, poi sul finale addirittura Magni, Caldari, Bosco e Ciccone, per un Villa York che riesce ad esprimere una pallanuoto champagne che non si era mai vista prima. Magni inspiegabilmente a centroboa, dopo una serie di palle buttate via neanche gli facessero schifo, si procura un rigore e lo realizza, cosa che non accadeva dai tempi di Suor Germana. Poi a seguire, arriva il momento di Musto che, volando sulla destra, si trova ad esplodere il suo sinistro che non lascia scampo al portiere avversario.  Siamo sul 12-3, manca un minuto alla fine della partita, Mister Novelli decide che è arrivato il momento di fare il suo esordio in campionato, dove, nel minuto che passerà alla storia come il minuto dell’antipallanuoto, in una competizione ufficiale, nella stessa vasca, sono presenti contemporaneamente: Leoni, Caldari, Magni, Ciccone, Musto, Bosco, Novelli. La partita e la pallanuoto finisce qui. C’E’ ANCORA UN VILLA YORK, ma non è quello che immaginate voi...

DALLA PANCHINA

Mister Novelli non se la sente di rischiare e schiera in acqua i sette titolari. A fine gara dichiara: “Ora che ho la certezza che Magni e Caldari non muoiono d’inferto, posso osare di più

DAL CAMPO

Magni entra nel finale e porta scompiglio tra la difesa avversaria: si procura un rigore e poi lo segna di potenza. Nel dopo partita ha portato scompiglio tra le rosticcerie di Tivoli.

Musto inesauribile sulla fascia sposta il baricentro della squadra in avanti. Quando ha l’occasione giusta, carica il sinistro e presenta la specialità della casa: il tiraggiromancinoimprendibile.

Caldari gioca una partita nella partita: Mister Novelli lo schiera in difesa sulla destra, e se lo ritrova in avanti a sinistra, poi lo mette al centro e va a finire in fondo a destra. Parte in contropiede, ma perde l’orientamento e si ritrova davanti al bar.  Alla fine vorrebbe sostituirlo, ma si accorge che sta giocando con l’altra squadra.

IL CAMPIONATO

Zero9 - Villa York …….......8 - 2

Villa York - Frosinone .… 20 - 4

Civitavecchia - Villa York...15-6

Villa York - V.Y. Gianicolo  4-19

Roma WP - Villa York …….. 6-4

Villa York - Gio.Ca. Sport 11-6

Villa York - Libertas EUR   12-3

 

 

CLASSIFICA GRUPPO B

SNC Civitavecchia

16

V.Y. Gianicolo

15

Zero9 Team

12

Roma Waterpolo

10

VILLA YORK

6

Gio.Ca. Sport

3

Frosinone

0